UNO SGUARDO GEOLOGICO
AL SUBLACENSE
LETTERA
DEL DOTT: DOMENICO SEGHETTI
AL PROF.
CAV: PAOLO MANTOVANI
ROMA
TIPOGRAFIA DI MARIO ARMANNI
NELL'OSPIZIO DEGLI ORFANI ALLE TERME
1876
Subiaco
addì 2 Dicembre 1875
Ch.mo Professore mio
ottimo amico
Io ho il pregio di ammirarti
tra i più distinti componenti del
Club alpino di Roma, e godo che
assieme all'erudita schiera de'
naturalisti che lo compongono ti
rechi non di rado ad intraprendere
escursioni scientifiche or quà or là
nei ritrovi più interessanti della
regione montuosa della provincia
nostra.
E i monti laziali tanto celebri per
la loro vulcanica attività di un
tempo, il Soratte ed il Lucretile
così pregevoli per le ricche spoglie
che racchiudono dei mari giuresi, ed
altri gruppi montuosi, s'ebbero già
il vanto di vedersi passati in
minuta rassegna dall'eletto stuolo
degli ammiratori della natura.
Ora, farei inutil cosa se
t'intrattenessi un istante sulle più
grossolane note geologiche del
terreno sublacense, quanto per farti
venir desiderio di effettuare in
compagnia de' tuoi bravi
commilitoni, ed a stagione
opportuna, un allegro pellegrinaggio
su per questi pressi dei Simbroini
che oltre di avere abbastanza
istoria offrono non scarso interesse
al geo-paleontologo?
Ti sei accorto che non devo fornirti
una minuta geologia di questo suolo,
chè il farlo non mi sarebbe permesso
con queste due righe alla buona, e
neppure me lo accorderebbero le
serie occupazioni che sono in
obbligo di soddisfare, quand'anche
volessi provarci; vieni adunque che
troverai buona messe da raccogliere;
il campo è quasi vergine, dacchè i
pochi cenni geologici che fino ad
ora si hanno di questi luoghi, per
quanto contengano osservazioni
attendibili, lasciano grandi vuoti
che oggi più che mai si è impegnati
di colmarli dal momento che vaste
lagune c'impediscono tuttora di
conoscere esattamente la struttura
di questo appennino al confronto di
altre zone montuose perfettamente
studiate nel nostro paese.
Anche i preziosi monumenti di
letteratura, d'istoria, e di arte
che si ammirano in questa celebrata
Badia dei Benedettini t'invitano,
per ciò che li riguarda, a passare
due giorni tra queste balze
simpatiche ed ospitali che con molta
verosimiglianza ritraggono le scene
incantevoli dell'elvetico paesaggio.
Nè avrai a temere i tristi influssi
di arie malsane, mentre fino ab
antiquo il soggiorno degli equi fu
tenuto invidiabile per tale rapporto
"sublaqueanum peramoenia
salubritatis recessum".
Infrattanto eccoti, Chiarissimo
Professore, una notarella che ti
servirà come guida a vol di uccello
nel giorno in cui condurrai
l'instancabile drappello degli
alpinisti a specchiarsi nell'onde
rapide e cristalline del nostro
Aniene che sorge non molto lungi da
noi, e con un bacino superiore
quanto mai bello ed attraente.
Ti dirò anzi tutto essere
grandissima la varietà delle roccie
che si presenteranno alle tue
fruttuose ricerche,
all'irresistibile martello: dalle
più moderne formazioni geologiche ti
sarà facile risalire alle più remote
dell'epoca quaternaria, e scorrere
quindi un per uno i vari terreni
appartenenti all'esteso dominio del
terziario, per fermarti da ultimo, e
più specialmente, a gustare la
singolare bellezza del nostro
cretaceo il quale racchiude nel suo
seno una fauna marina
meritevolissima di essere osservata
con serio proposito.
Tutto l'insieme e la prospettiva di
questa imponente catena montuosa si
spiega con forme pittoresche per
eccellenza, e tali, da tenerle in
pregio quanti paesisti indigeni e
stranieri hanno carissimo di
affrontare i scabrosi dirupi per
ritrarre i partiti più classici
dell'orrido-bello reso più variato
dalla rigogliosa vegetazione, e dal
rinomato corso di acque, che
rompendosi chiassoso tra
innumerevoli scogli si presta con
artistica maestria a comporre più
gradito i quadro della natura.
La nostra diramazione Simbroina che
si stacca dal centrale appennino
allorquando esso non è molto lontano
dall'estollersi gigante nel gran
sasso d'Italia, designa i limiti di
due ameni bacini, tra quali si
asside maestosa, trascorrendo da
Nord-ovest in direzione di Sud-est;
il bacino più esteso ed interessante
dell'Aniene bagna le sue pendici
esterne e meridionali, l'altro del
Turano scorre a ridosso del piantato
interno e nordico. All'Est da
Subiaco, e ad un estremo di tale
catena montuosa, sorge la punta più
elevata di essa col nome di Monte
Autore elevato circa 1800 m. dal
mare; questa punta risulta di
calcare grossolano a nummuliti, e
pure eoceniche, ma diversamente
fossilifere, si riscontrano altre
sommità aggruppate intorno la
principale che le vediamo in
ragguardevole sezione presso le loro
radici sulla via provinciale
Sublacense in contrada - il
Salvatore - distante 150 m.
dall'abitato, per quindi rimaner
nascoste breve tratto di sedimenti
fluviatili post-pliocenici, e
ricomparire di nuovo in prossimità
del ponte di S. Mauro e lungo la
strada che per S. Scolastica conduce
a Ienne. A contatto di siffatte
roccie irregolarmente compatte e
stratificate si notano spesso de'
calcari cristallini fibrosi e
bacillari, e di altre forme, in
specie sulle più manifeste sporgenze
del Taleo. In alcuni luoghi prossimi
al Monte Autore, e per lo più nelle
conche erbose e boschive volte a
tramontana non raro che si
mantengano le nevi in pieno Luglio;
e sappi che proprio in sullo scorcio
di questo mese una gita sulla detta
cima riesce oltremodo piacevole
percorrendo l'altipiano di Livata
che ti porta ad ammirare svariati
panorami deliziosi e fantastici tra
nude scogliere, e l'aspetto
veramente grandioso dei boschi a
faggio immezzo ai quali di tanto in
tanto si aprono lussureggianti
praterie: il trovarsi poi su quella
vetta allo spuntar del sole di un
bel mattino d'estate, riesce tale
spettacolo che mai si dimentica;
l'aria imbalsamata dagli effluvi
della montana vegetazione, l'aspetto
del cielo più limpido e sereno,
l'orizzonte vastissimo che
t'impressiona la vista, ti
richiamano le analoghe scene, ma più
grandiose, che s'accolgono sopra le
eccelse altitudini delle Alpi.
Capisco bene che la salita delle
montagne non è per te cosa nuova, nè
hai ragione di meravigliarti di
un'ascensione che non sorpassi
almeno i 3000m; ma via per la
provincia di Roma, tieni pure, la
zona montuosa sublacense è la sua
Svizzera.
A sud-est da Subiaco, e quasi
parallelo al primo gruppo montuoso
se ne spiega un altro,
principalmente rappresentato
dall'Affilano; questo monte elevato
a circa 880 metri dal mare offre il
suo versante di Sud-ovest poco
inclinato con terreno coltivabile e
pascoli, ed il fianco rivolto a Nord
assai ripido e malamente
praticabile: da questo lato si
scorgono in maniera distinta le sue
stratificazioni potenti e
rialzatissime sull'orizzonte, con
depressione verso Ovest, e l'altezza
ad Est: il monte Affilano è
cretaceo; la sua base risulta di
piani molto inclinati, e discordanti
con i sopra notati, fatti da calcare
argilloso lamellare facile a
sfaldarsi al menomo urto; ed appunto
per siffatta straordinaria
proclività della roccia a staccarsi
a modo dei scisti, riesce
impossibile di asportarvi interi gli
esemplari di giganteschi Inoceramus
(Inoceramus striatus Mantelli?) de'
quali abbonda il sedimento: impronte
di alcuni individui della citata
specie di conchiglie fossili
misurano m. 3,52 di circonferenza.
Il nominato piano del cretaceo
inferiore si rende manifesto in
contrada - Colleratte - a circa 500
m. dalla città, e si osserva
sviluppatissimo al 5° chilometro
dall'abitato nel taglio a sinistra
della via maremmana superiore; nella
prima delle indicate località la
roccia ad Inoceramus sorregge a
Nord-est un forte addossamento di
travertini quaternari che scendono
da Pianello, ed a Sud-ovest continua
sotto quel rialzo di conglomerato
subappennino (?) su ci è piantato il
casino del sig. Palma, ed al quale
fa seguito immediatamente ad Ovest,
una serie di colli miocenici immezzo
ai quali è situato il così detto
cratere vulcanico di Val di Cona, e
si accoglie ancora buona parte del
piccolo bacino del torrente La-Cona
tributaria dell'Aniene. Le traccie
del piccolo vulcano che ti ho
nominato rivelerebbero ben poca
attività; non colossali correnti di
lave, o potenti strati di scorie e
di ceneri, ma intorno un brevissimo
raggio un po' di miche, di sostanze
pirosseniche, e di lapilli
starebbero ad attestare la ristretta
forza del cratere eruttivo di val di
Cona. Il gruppo delle mentovate
colline mioceniche abbraccia una
superficie di terreno piuttosto
estesa e variata, e si compone in
massima parte di arenaria or gialla,
or cinerea, or bluastra variamente
compatta, a cemento argilloso: tal
sedimento si presenta in certe
località con potenti strati più o
meno elevati, e talora si accenna
con strutture schistoide: le radici
di questi leggieri sollevamenti
accolgono a nudo, e per lungo tratto
di terreno, il letto dell'Aniene. Ti
noto che la formazione in discorso
non sembra fossilifera, ma ricca di
strati abbastanza frequenti di
lignite, e di molti minerali di
manganese e di ferro, tra cui il
solfuro e l'ossido idrato; e con il
medesimo miocene viene pure a
contatto quell'altro lembo del
cretaceo ad Inoceramus che ti
accennai tanto sviluppato sulla via
maremmana superiore al 5° chilometro
da Subiaco.
Ora, superiormente ai detti depositi
di cretaceo inferiore, e ad
un'altezza da questi di 150 m.
proprio là dove la figura del monte
Affilano sorge maestosa dal suo
fianco settentrionale a ridosso
della provinciale Sublacense, al 3°
chilometro della città, si osservano
dei piccoli tasti operati nello
spessore della roccia e che hanno il
nome di Cave del Marmo: ebbene in
questi punti il sedimento posto a
nudo lascia ammirare un magnifico
calcare compatto, candido, o
palombino, ove a grana finissima,
ove meno, pieno zeppo di fossili
caratteristici dell'epoca geologica
che rappresenta. E' una vera
necropoli Paleontologica imponente e
pregievole, quella che si ammira
dalle superficialissime e
microscopiche abrasioni operate fino
ad ora sulla roccia in discorso:
figurati, egregio Professore, che
cosa verrebbe fuori dal fondo di
questo oceano cretaceo se si
aprissero delle grandi trincere, e
si staccassero de' blocchi
giganteschi di creta!
Fino ad ora non potè farsi uno
studio accurato delle numerose
specie, in vista delle difficoltà di
determinazione causate dalle
moltissime conchiglie frammentarie,
e dallo incompleto numero di
esemplari di cui ancora dispongo.
Frattanto son ben certi i generi
Hippurites, Caprina, Caprotina e
Radiolites, ed ognuno di questi
generi è rappresentato da stragrande
quantità di specie: son pure a
rimarcarsi i generi Siliquaria,
Terebratula, Ianira, Modiola, Ficula,
Chemnitzia, Thecidea, e mi sembra
pure qualche Echinoderma del genere
Micraster; ti ripeto che la
classificazione dei fossili cretacei
dell'Affilano è un lavoro che
interesserà non poco la
Paleontologia la quale vi farà
acquisto di qualche nuova specie.
Ti nominerò, tra le più interessanti
varietà litologiche che si trovano
distribuite nel detto monte, la
lumachella riboccante di fossili e
che è tenuta in pregio di
eccellente, ed una qualità più
distinta di marmo palombino serve
egregiamente come pietra da
ornamento prestandosi per
decorazioni e per il basso rilievo,
tuttochè si sia spesso costretti
farne grande sciupo stante i molti
piccoli vuoti prodotti dalle false
concamerazioni delle Ippuriti: si
nota pure molto calcare screziato in
rosso con somma delicatezza, come il
Persichino, e che lavorato
riuscirebbe di stupendo effetto; non
vi mancano saggi di paesine, ed
altri calcari, tra cui notevolissimi
quelli utilizzabili a comporne calci
idrauliche. Voglio notarti che in
più luoghi dell'Affilano la roccia
sembra mostrarsi metamorfosata dal
contatto di materie eruttive; e sì
che sono apprezzabili le emersioni
basaltiche che a volte sotto forma
di piccoli rilievi si affacciano quà
e là sulla superficie del suolo, ed
ora a guisa di riempimenti si
trovano per entro le discontinuità
del calcare.
Chiudo la presente col darti un'idea
geologica della città di Subiaco:
immaginati una specie di cono a
larghissima base alto un 90 m. ecco
la figura del piantato abitabile: le
parti più basse stanno a 410 m. dal
mare con una estensione massima di
700 m. alla base, dall'Arco di Pio
VI al Sobborgo di S. Martino; ed a
500 m. dal mare le più alte. La
punta isolata all'intorno ed a
picco, regge le fondamenta della
Rocca, rimarchevole edificio, che è
luogo di residenza dell'Emo
Cardinale Abbate ed Ordinario, ed è
costituita da un durissimo
conglomerata pliocenico il quale
ripiegandosi a guisa di una sella in
Piazza di S. Maria della Valle va a
risollevarsi sulle alture
dell'Oliveto piano a sinistra, ed in
quelle dei Cappuccini a destra,
inoltrandosi più a tramontana a
raggiungere la base dei grandi
sollevamenti eocenici. Sulla via che
conduce all'ameno casino di campagna
del Sig. Avv. Ciaffi, la roccia in
discorso è bella per potenti
stratificazioni adagiate in letti
orizzontali ed a scaglioni molto
somiglianti alle gradinate di
un'arena: taluni lembi di questa
formazione geologica sono dei veri e
belli marmi brecciati, frammenti di
calcarie appennine per lo più
arrotondati, di tutte grandezze, e
di vario colorito, son riuniti da un
cemento calcare, a volte più
compatto dei stessi ciottoli che
tiene imprigionati, e quà e là lo
trovi più o meno tinto in rosso o in
giallo dai minerali di ferro.
Vi ho trovato delle geodi e dei
ciottoli basaltici di una
colorazione assai più carica del
basalte prismatico dei Cimini.
Merita speciale attenzione il vedere
tra questa roccia del calcare
ossifero evidentemente posteriore e
quaternario, immezzo al quale anni
indietro furon trovate delle difese
e qualche dente di elefante (Elefas
meridionalis?): tu conosci l'aspetto
di questo sedimento per i saggi che
te ne inviai ultimamente, e che
contengono buona quantità di resti
di molluschi di acqua dolce: fino ad
ora le ricerche che vi son state
praticate non m'han dato altro che
frammenti piuttosto conservati di
ossa lunghe e riferibili con molta
probabilità al bos primigenius.
Ritorniamo a filo: si capisce da se
che il pavimento della città, dove
questa poggia sopra il detto
materiale geologico, è costituito
unicamente dal piano di tal roccia,
e non vi è intervenuta davvero la
mano dell'uomo; figurati che le
piccole abitazioni in contrada S.
Maria, e Pignatari, ed altre, han
trovato fondamenta, e persino intere
pareti, belle e formate dalla
puddinga. Però poco sotto il
giacimento pliocenico che ti ho
indicato, e quando il fabbricato ha
cominciato ad allargarsi sui
fianchi, e da Est ad Ovest,
ricomparisce l'arenaria miocenica
che si rende manifesta nelle due
nominate direzioni, cioè da una
parte presso la via del Rio,
Torrione, Campo, Sobborgo S. Martino
e S. Pietro, dove è sviluppatissima;
e dall'altra, a principiare dalla
casa del Sig. Cav. Moraschi, Villino
Consalvi, Casa della missione, e
Casino Catani: la base del cono
abitato a mezzogiorno, che è sul
piano della via Cadorna, è
costituito da sedimenti quaternari
che vengono a contatto con la gran
vallata alluvionale dell'Aniene.
Il materiale adoperato nel costruire
i singoli edifici della città, se
eccettui le poche breccie e qualche
masso di arenaria, si compone dei
noti travertini fluviali conosciuti
sotto i nome di cardellini
costituenti un'enorme banco che a
patire dall'Est di Subiaco in
contrada dei Piattari, si dirigge al
quanto a Sud-est limitando sulla
destra e per circa un chilometro la
via provinciale Sublacense per
spianarsi sulle alture dove è posto
l'ameno villino del Sig. Gio
Battista Gori, ed il Casino del Sig.
Conte Lucidi a Pianello,
guadagnandovi una potenza massima di
circa 50 m.: questo travertino di
color giallo carico, e poroso, è una
deposizione dell'Aniene operatasi
nel periodo quaternario; è molto
fossilifero ritenendo una quantità
di spoglie di limnee, di paludine,
di planorbis di elici, assieme a
moltissimi avanzi di vegetazione; si
vede spesso colorito in rosso da
infiltrazioni ferruginose. Nel seno
di tale formazione occorre di notare
dei frequenti vacui di ogni
dimensione; dai minimi vuoti
interstiziali tu giungi alle piccole
caverne, e da queste alle ampie
grotte e bellissime per gigantesche
stallattiti, come sarebbe quella dei
Piattari, nel pavimento della quale
non sarebbe inutile praticare delle
escavazioni: non ti dirò nulla delle
stallagmiti, stallattiti, di tante
forme cristalline e svariati aspetti
che è capace di assumere questo
sedimento, poichè mi avvedo di
averti infastidito soverchiamente
per una lettura.
Me ne passo perciò dal ragguagliarti
sopra altre note interessanti che
riguardano questa cospicua città
popolata da 8200 robusti e floridi
abitanti: ti dirò soltanto che
Subiaco avrebbe tutto per diventare
uno dei principali centri
manifatturieri d'Italia; potrebbero
infatti col beneficio del fiume,
utilizzarsi centinaia e centinaia di
cavalli di forza motrice a buon
mercato, e le acque invece se ne
scorrono più rapide e rumoreggianti
perchè disprezzate; vi sarebbero
2000 braccia laboriose, disponibili
per l'industria, e queste o fuggono
a trovar pane ed infermità nel
deserto agro di Roma, ovvero a
spezzare calcari e macigni a
pendenze del 50 per cento con
incredibili sudori per seminarvi un
pugno di formentone … E perchè tanto
danno? Per la mancanza di una
Ferrovia!
Addio, vogliami bene e credi alla
sincera amicizia e stima che ti
professa.
Il tuo amico di cuore
Domenico Seghetti |