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Centro agricolo nella valle del fiume Aniene. Si formò in età romana imperiale intorno alla grandiosa villa di Nerone e fiorì nel Medioevo in seguito alla costituzione
(V sec.) di cenobi benedettini. Nel monastero di Santa Scolastica, edifici che vanno dall'XI al XVI sec., monastero del Sacro Speco, con affreschi del XIII e XIV secolo.Meta di turismo è anche la caratteristica chiesa di S.Pietro, famosa per il suo campanile.


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UNO SGUARDO GEOLOGICO
 
AL SUBLACENSE

LETTERA
DEL DOTT: DOMENICO SEGHETTI
AL PROF.
CAV: PAOLO MANTOVANI


ROMA
TIPOGRAFIA DI MARIO ARMANNI
NELL'OSPIZIO DEGLI ORFANI ALLE TERME
1876
 

Subiaco addì 2 Dicembre 1875

Ch.mo Professore mio ottimo amico

Io ho il pregio di ammirarti tra i più distinti componenti del Club alpino di Roma, e godo che assieme all'erudita schiera de' naturalisti che lo compongono ti rechi non di rado ad intraprendere escursioni scientifiche or quà or là nei ritrovi più interessanti della regione montuosa della provincia nostra.
E i monti laziali tanto celebri per la loro vulcanica attività di un tempo, il Soratte ed il Lucretile così pregevoli per le ricche spoglie che racchiudono dei mari giuresi, ed altri gruppi montuosi, s'ebbero già il vanto di vedersi passati in minuta rassegna dall'eletto stuolo degli ammiratori della natura.
Ora, farei inutil cosa se t'intrattenessi un istante sulle più grossolane note geologiche del terreno sublacense, quanto per farti venir desiderio di effettuare in compagnia de' tuoi bravi commilitoni, ed a stagione opportuna, un allegro pellegrinaggio su per questi pressi dei Simbroini che oltre di avere abbastanza istoria offrono non scarso interesse al geo-paleontologo?
Ti sei accorto che non devo fornirti una minuta geologia di questo suolo, chè il farlo non mi sarebbe permesso con queste due righe alla buona, e neppure me lo accorderebbero le serie occupazioni che sono in obbligo di soddisfare, quand'anche volessi provarci; vieni adunque che troverai buona messe da raccogliere; il campo è quasi vergine, dacchè i pochi cenni geologici che fino ad ora si hanno di questi luoghi, per quanto contengano osservazioni attendibili, lasciano grandi vuoti che oggi più che mai si è impegnati di colmarli dal momento che vaste lagune c'impediscono tuttora di conoscere esattamente la struttura di questo appennino al confronto di altre zone montuose perfettamente studiate nel nostro paese.
Anche i preziosi monumenti di letteratura, d'istoria, e di arte che si ammirano in questa celebrata Badia dei Benedettini t'invitano, per ciò che li riguarda, a passare due giorni tra queste balze simpatiche ed ospitali che con molta verosimiglianza ritraggono le scene incantevoli dell'elvetico paesaggio. Nè avrai a temere i tristi influssi di arie malsane, mentre fino ab antiquo il soggiorno degli equi fu tenuto invidiabile per tale rapporto "sublaqueanum peramoenia salubritatis recessum".
Infrattanto eccoti, Chiarissimo Professore, una notarella che ti servirà come guida a vol di uccello nel giorno in cui condurrai l'instancabile drappello degli alpinisti a specchiarsi nell'onde rapide e cristalline del nostro Aniene che sorge non molto lungi da noi, e con un bacino superiore quanto mai bello ed attraente.
Ti dirò anzi tutto essere grandissima la varietà delle roccie che si presenteranno alle tue fruttuose ricerche, all'irresistibile martello: dalle più moderne formazioni geologiche ti sarà facile risalire alle più remote dell'epoca quaternaria, e scorrere quindi un per uno i vari terreni appartenenti all'esteso dominio del terziario, per fermarti da ultimo, e più specialmente, a gustare la singolare bellezza del nostro cretaceo il quale racchiude nel suo seno una fauna marina meritevolissima di essere osservata con serio proposito.
Tutto l'insieme e la prospettiva di questa imponente catena montuosa si spiega con forme pittoresche per eccellenza, e tali, da tenerle in pregio quanti paesisti indigeni e stranieri hanno carissimo di affrontare i scabrosi dirupi per ritrarre i partiti più classici dell'orrido-bello reso più variato dalla rigogliosa vegetazione, e dal rinomato corso di acque, che rompendosi chiassoso tra innumerevoli scogli si presta con artistica maestria a comporre più gradito i quadro della natura.
La nostra diramazione Simbroina che si stacca dal centrale appennino allorquando esso non è molto lontano dall'estollersi gigante nel gran sasso d'Italia, designa i limiti di due ameni bacini, tra quali si asside maestosa, trascorrendo da Nord-ovest in direzione di Sud-est; il bacino più esteso ed interessante dell'Aniene bagna le sue pendici esterne e meridionali, l'altro del Turano scorre a ridosso del piantato interno e nordico. All'Est da Subiaco, e ad un estremo di tale catena montuosa, sorge la punta più elevata di essa col nome di Monte Autore elevato circa 1800 m. dal mare; questa punta risulta di calcare grossolano a nummuliti, e pure eoceniche, ma diversamente fossilifere, si riscontrano altre sommità aggruppate intorno la principale che le vediamo in ragguardevole sezione presso le loro radici sulla via provinciale Sublacense in contrada - il Salvatore - distante 150 m. dall'abitato, per quindi rimaner nascoste breve tratto di sedimenti fluviatili post-pliocenici, e ricomparire di nuovo in prossimità del ponte di S. Mauro e lungo la strada che per S. Scolastica conduce a Ienne. A contatto di siffatte roccie irregolarmente compatte e stratificate si notano spesso de' calcari cristallini fibrosi e bacillari, e di altre forme, in specie sulle più manifeste sporgenze del Taleo. In alcuni luoghi prossimi al Monte Autore, e per lo più nelle conche erbose e boschive volte a tramontana non raro che si mantengano le nevi in pieno Luglio; e sappi che proprio in sullo scorcio di questo mese una gita sulla detta cima riesce oltremodo piacevole percorrendo l'altipiano di Livata che ti porta ad ammirare svariati panorami deliziosi e fantastici tra nude scogliere, e l'aspetto veramente grandioso dei boschi a faggio immezzo ai quali di tanto in tanto si aprono lussureggianti praterie: il trovarsi poi su quella vetta allo spuntar del sole di un bel mattino d'estate, riesce tale spettacolo che mai si dimentica; l'aria imbalsamata dagli effluvi della montana vegetazione, l'aspetto del cielo più limpido e sereno, l'orizzonte vastissimo che t'impressiona la vista, ti richiamano le analoghe scene, ma più grandiose, che s'accolgono sopra le eccelse altitudini delle Alpi.
Capisco bene che la salita delle montagne non è per te cosa nuova, nè hai ragione di meravigliarti di un'ascensione che non sorpassi almeno i 3000m; ma via per la provincia di Roma, tieni pure, la zona montuosa sublacense è la sua Svizzera.
A sud-est da Subiaco, e quasi parallelo al primo gruppo montuoso se ne spiega un altro, principalmente rappresentato dall'Affilano; questo monte elevato a circa 880 metri dal mare offre il suo versante di Sud-ovest poco inclinato con terreno coltivabile e pascoli, ed il fianco rivolto a Nord assai ripido e malamente praticabile: da questo lato si scorgono in maniera distinta le sue stratificazioni potenti e rialzatissime sull'orizzonte, con depressione verso Ovest, e l'altezza ad Est: il monte Affilano è cretaceo; la sua base risulta di piani molto inclinati, e discordanti con i sopra notati, fatti da calcare argilloso lamellare facile a sfaldarsi al menomo urto; ed appunto per siffatta straordinaria proclività della roccia a staccarsi a modo dei scisti, riesce impossibile di asportarvi interi gli esemplari di giganteschi Inoceramus (Inoceramus striatus Mantelli?) de' quali abbonda il sedimento: impronte di alcuni individui della citata specie di conchiglie fossili misurano m. 3,52 di circonferenza.
Il nominato piano del cretaceo inferiore si rende manifesto in contrada - Colleratte - a circa 500 m. dalla città, e si osserva sviluppatissimo al 5° chilometro dall'abitato nel taglio a sinistra della via maremmana superiore; nella prima delle indicate località la roccia ad Inoceramus sorregge a Nord-est un forte addossamento di travertini quaternari che scendono da Pianello, ed a Sud-ovest continua sotto quel rialzo di conglomerato subappennino (?) su ci è piantato il casino del sig. Palma, ed al quale fa seguito immediatamente ad Ovest, una serie di colli miocenici immezzo ai quali è situato il così detto cratere vulcanico di Val di Cona, e si accoglie ancora buona parte del piccolo bacino del torrente La-Cona tributaria dell'Aniene. Le traccie del piccolo vulcano che ti ho nominato rivelerebbero ben poca attività; non colossali correnti di lave, o potenti strati di scorie e di ceneri, ma intorno un brevissimo raggio un po' di miche, di sostanze pirosseniche, e di lapilli starebbero ad attestare la ristretta forza del cratere eruttivo di val di Cona. Il gruppo delle mentovate colline mioceniche abbraccia una superficie di terreno piuttosto estesa e variata, e si compone in massima parte di arenaria or gialla, or cinerea, or bluastra variamente compatta, a cemento argilloso: tal sedimento si presenta in certe località con potenti strati più o meno elevati, e talora si accenna con strutture schistoide: le radici di questi leggieri sollevamenti accolgono a nudo, e per lungo tratto di terreno, il letto dell'Aniene. Ti noto che la formazione in discorso non sembra fossilifera, ma ricca di strati abbastanza frequenti di lignite, e di molti minerali di manganese e di ferro, tra cui il solfuro e l'ossido idrato; e con il medesimo miocene viene pure a contatto quell'altro lembo del cretaceo ad Inoceramus che ti accennai tanto sviluppato sulla via maremmana superiore al 5° chilometro da Subiaco.
Ora, superiormente ai detti depositi di cretaceo inferiore, e ad un'altezza da questi di 150 m. proprio là dove la figura del monte Affilano sorge maestosa dal suo fianco settentrionale a ridosso della provinciale Sublacense, al 3° chilometro della città, si osservano dei piccoli tasti operati nello spessore della roccia e che hanno il nome di Cave del Marmo: ebbene in questi punti il sedimento posto a nudo lascia ammirare un magnifico calcare compatto, candido, o palombino, ove a grana finissima, ove meno, pieno zeppo di fossili caratteristici dell'epoca geologica che rappresenta. E' una vera necropoli Paleontologica imponente e pregievole, quella che si ammira dalle superficialissime e microscopiche abrasioni operate fino ad ora sulla roccia in discorso: figurati, egregio Professore, che cosa verrebbe fuori dal fondo di questo oceano cretaceo se si aprissero delle grandi trincere, e si staccassero de' blocchi giganteschi di creta!
Fino ad ora non potè farsi uno studio accurato delle numerose specie, in vista delle difficoltà di determinazione causate dalle moltissime conchiglie frammentarie, e dallo incompleto numero di esemplari di cui ancora dispongo. Frattanto son ben certi i generi Hippurites, Caprina, Caprotina e Radiolites, ed ognuno di questi generi è rappresentato da stragrande quantità di specie: son pure a rimarcarsi i generi Siliquaria, Terebratula, Ianira, Modiola, Ficula, Chemnitzia, Thecidea, e mi sembra pure qualche Echinoderma del genere Micraster; ti ripeto che la classificazione dei fossili cretacei dell'Affilano è un lavoro che interesserà non poco la Paleontologia la quale vi farà acquisto di qualche nuova specie.
Ti nominerò, tra le più interessanti varietà litologiche che si trovano distribuite nel detto monte, la lumachella riboccante di fossili e che è tenuta in pregio di eccellente, ed una qualità più distinta di marmo palombino serve egregiamente come pietra da ornamento prestandosi per decorazioni e per il basso rilievo, tuttochè si sia spesso costretti farne grande sciupo stante i molti piccoli vuoti prodotti dalle false concamerazioni delle Ippuriti: si nota pure molto calcare screziato in rosso con somma delicatezza, come il Persichino, e che lavorato riuscirebbe di stupendo effetto; non vi mancano saggi di paesine, ed altri calcari, tra cui notevolissimi quelli utilizzabili a comporne calci idrauliche. Voglio notarti che in più luoghi dell'Affilano la roccia sembra mostrarsi metamorfosata dal contatto di materie eruttive; e sì che sono apprezzabili le emersioni basaltiche che a volte sotto forma di piccoli rilievi si affacciano quà e là sulla superficie del suolo, ed ora a guisa di riempimenti si trovano per entro le discontinuità del calcare.
Chiudo la presente col darti un'idea geologica della città di Subiaco: immaginati una specie di cono a larghissima base alto un 90 m. ecco la figura del piantato abitabile: le parti più basse stanno a 410 m. dal mare con una estensione massima di 700 m. alla base, dall'Arco di Pio VI al Sobborgo di S. Martino; ed a 500 m. dal mare le più alte. La punta isolata all'intorno ed a picco, regge le fondamenta della Rocca, rimarchevole edificio, che è luogo di residenza dell'Emo Cardinale Abbate ed Ordinario, ed è costituita da un durissimo conglomerata pliocenico il quale ripiegandosi a guisa di una sella in Piazza di S. Maria della Valle va a risollevarsi sulle alture dell'Oliveto piano a sinistra, ed in quelle dei Cappuccini a destra, inoltrandosi più a tramontana a raggiungere la base dei grandi sollevamenti eocenici. Sulla via che conduce all'ameno casino di campagna del Sig. Avv. Ciaffi, la roccia in discorso è bella per potenti stratificazioni adagiate in letti orizzontali ed a scaglioni molto somiglianti alle gradinate di un'arena: taluni lembi di questa formazione geologica sono dei veri e belli marmi brecciati, frammenti di calcarie appennine per lo più arrotondati, di tutte grandezze, e di vario colorito, son riuniti da un cemento calcare, a volte più compatto dei stessi ciottoli che tiene imprigionati, e quà e là lo trovi più o meno tinto in rosso o in giallo dai minerali di ferro.
Vi ho trovato delle geodi e dei ciottoli basaltici di una colorazione assai più carica del basalte prismatico dei Cimini. Merita speciale attenzione il vedere tra questa roccia del calcare ossifero evidentemente posteriore e quaternario, immezzo al quale anni indietro furon trovate delle difese e qualche dente di elefante (Elefas meridionalis?): tu conosci l'aspetto di questo sedimento per i saggi che te ne inviai ultimamente, e che contengono buona quantità di resti di molluschi di acqua dolce: fino ad ora le ricerche che vi son state praticate non m'han dato altro che frammenti piuttosto conservati di ossa lunghe e riferibili con molta probabilità al bos primigenius.
Ritorniamo a filo: si capisce da se che il pavimento della città, dove questa poggia sopra il detto materiale geologico, è costituito unicamente dal piano di tal roccia, e non vi è intervenuta davvero la mano dell'uomo; figurati che le piccole abitazioni in contrada S. Maria, e Pignatari, ed altre, han trovato fondamenta, e persino intere pareti, belle e formate dalla puddinga. Però poco sotto il giacimento pliocenico che ti ho indicato, e quando il fabbricato ha cominciato ad allargarsi sui fianchi, e da Est ad Ovest, ricomparisce l'arenaria miocenica che si rende manifesta nelle due nominate direzioni, cioè da una parte presso la via del Rio, Torrione, Campo, Sobborgo S. Martino e S. Pietro, dove è sviluppatissima; e dall'altra, a principiare dalla casa del Sig. Cav. Moraschi, Villino Consalvi, Casa della missione, e Casino Catani: la base del cono abitato a mezzogiorno, che è sul piano della via Cadorna, è costituito da sedimenti quaternari che vengono a contatto con la gran vallata alluvionale dell'Aniene.
Il materiale adoperato nel costruire i singoli edifici della città, se eccettui le poche breccie e qualche masso di arenaria, si compone dei noti travertini fluviali conosciuti sotto i nome di cardellini costituenti un'enorme banco che a patire dall'Est di Subiaco in contrada dei Piattari, si dirigge al quanto a Sud-est limitando sulla destra e per circa un chilometro la via provinciale Sublacense per spianarsi sulle alture dove è posto l'ameno villino del Sig. Gio Battista Gori, ed il Casino del Sig. Conte Lucidi a Pianello, guadagnandovi una potenza massima di circa 50 m.: questo travertino di color giallo carico, e poroso, è una deposizione dell'Aniene operatasi nel periodo quaternario; è molto fossilifero ritenendo una quantità di spoglie di limnee, di paludine, di planorbis di elici, assieme a moltissimi avanzi di vegetazione; si vede spesso colorito in rosso da infiltrazioni ferruginose. Nel seno di tale formazione occorre di notare dei frequenti vacui di ogni dimensione; dai minimi vuoti interstiziali tu giungi alle piccole caverne, e da queste alle ampie grotte e bellissime per gigantesche stallattiti, come sarebbe quella dei Piattari, nel pavimento della quale non sarebbe inutile praticare delle escavazioni: non ti dirò nulla delle stallagmiti, stallattiti, di tante forme cristalline e svariati aspetti che è capace di assumere questo sedimento, poichè mi avvedo di averti infastidito soverchiamente per una lettura.
Me ne passo perciò dal ragguagliarti sopra altre note interessanti che riguardano questa cospicua città popolata da 8200 robusti e floridi abitanti: ti dirò soltanto che Subiaco avrebbe tutto per diventare uno dei principali centri manifatturieri d'Italia; potrebbero infatti col beneficio del fiume, utilizzarsi centinaia e centinaia di cavalli di forza motrice a buon mercato, e le acque invece se ne scorrono più rapide e rumoreggianti perchè disprezzate; vi sarebbero 2000 braccia laboriose, disponibili per l'industria, e queste o fuggono a trovar pane ed infermità nel deserto agro di Roma, ovvero a spezzare calcari e macigni a pendenze del 50 per cento con incredibili sudori per seminarvi un pugno di formentone … E perchè tanto danno? Per la mancanza di una Ferrovia!
Addio, vogliami bene e credi alla sincera amicizia e stima che ti professa.


Il tuo amico di cuore
Domenico Seghetti